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IISS Saverio Francesco Nitti

School   13 members

L’Istituto di Istruzione Superiore “Francesco Saverio Nitti”, situato dalla primavera del 1999 nei locali di Via J. F. Kennedy, n.140/142, a ridosso del Palazzetto dello Sport, nel cuore dei Campi Flegrei, è una scuola in continua trasformazione, che opera in stretta connessione con le istanze del tessuto sociale del territorio, sulle quali è modellata un’offerta formativa qualificata e diversificata, progettata sulla base:

  • dei presupposti storici e logistici in cui si trova ad operare l’Istituto scolastico, delle risorse interne e della domanda di cultura e di professionalizzazione delle giovani generazioni, in una società che cambia rapidamente;
  • dei rapporti d’interscambio tra la scuola, il territorio (locale e nazionale), il mondo del lavoro e le tecnologie della comunicazione mass-mediale;
  • dell’analisi delle opportunità occupazionali, a lungo e medio termine, nella prospettiva di sviluppo dell’area ovest della città di Napoli e dell’europeizzazione del mercato del lavoro;
  • della spendibilità del titolo di studio, connessa alle richieste di competenza e di specializzazione nell’ambito giuridico, economico, aziendale e turistico.

L’Istituto imposta la sua offerta su criteri di trasparenza, flessibilità, intensività, e si propone come impresa e risorsa culturale per la realizzazione di una figura di ragioniere qualificata, in rapporto alle proposte di lavoro o al proseguimento degli studi universitari, ma anche come punto di riferimento per i giovani, le famiglie e le istituzioni della zona.

Nell’intento di segnalarsi per la qualità del servizio al bacino di utenza del 40º Distretto Scolastico, l’I.T.C. - L.S. St., se da un lato caratterizza la formazione dei suoi allievi con le discipline prettamente professionalizzanti, dall’altro, tuttavia, non prescinde da un’esperienza formativa globale.

Il territorio in cui la scuola opera richiede, per le sue peculiarità, interventi differenti rispetto a quelli praticati in altre zone della città di Napoli.

In un contesto in cui mancano sedi e luoghi di ritrovo e di socializzazione per i giovani, strutture per il tempo libero come cinema, teatri, centri polivalenti e biblioteche, la scuola diventa un luogo fondamentale di prevenzione del disagio dei giovani, che si trovano a vivere una periferia degradata al centro della città.

Le richieste, che da parte degli allievi diventano vere e proprie attese, inducono, dunque, una programmazione educativa e didattica tesa a promuovere nei ragazzi una consapevole e critica conoscenza del contesto ambientale e socio-culturale in cui vivono e dei principali problemi che lo caratterizzano.

In questa ottica, diventa fondamentale individuare la scuola come polo aggregante di sinergie genitori-allievi-docenti e, nello stesso tempo, come centro diffusore di informazioni e collegamenti con le altre istituzioni che operano sul territorio.

Con molte di queste, così come con Enti ed altre componenti scolastiche (Circoscrizione, A.S.L., Distretto Scolastico, Fondazione IDIS-Città della Scienza, Università degli Studi, Fondazione Napoli 99, Camera di Commercio, Unione degli Industriali, Agenzia per l’impiego della Campania, Provincia di Napoli, Comune, Regione Campania, W.W.F., Legambiente, Associazione Piccole e Medie Imprese), l’Istituto ha instaurato fecondi rapporti di collaborazione, che includono la partecipazione ai progetti P.O.N. di approfondimento culturale e di professionalizzazione.

L’Istituto è impegnato nel rispondere in modo ottimale alle esigenze culturali e professionali dei giovani che scelgono l’indirizzo di studi giuridico-economico-aziendale o il Liceo Scientifico, monitorando, inoltre, la loro formazione e maturazione con rilevamenti statistici, sincronici e diacronici, di dati relativi ai livelli individuali di competenza, di conoscenza e di motivazione all’apprendimento.

Tutti siamo consapevoli del fatto che la prospettiva dell’integrazione europea andrà affrontata con conoscenze di base ampie e approfondite, in quanto sempre più la società richiederà persone in grado di misurarsi con situazioni e problemi diversi, lavoratori capaci di cambiare anche più tipi di attività, grazie all’uso sempre più largo della tecnologia e alle modificazioni ad essa legate.

Un buon investimento per le scelte future, dunque, è rappresentato da una equilibrata e duttile preparazione culturale ed un bagaglio di conoscenze ampio e articolato, utile a formarsi e utilizzabile per qualsiasi sbocco professionale. È per questo che uno degli obiettivi prioritari dell’Istituto consiste nel garantire, fin dal primo anno, l’avvio allo studio assistito da strumenti informatici non solo in area scientifica, ma anche in altri ambiti disciplinari e formativi, nella preparazione di testi e documenti.

Da qui l’esigenza di rendere sempre più efficaci le risorse tecnologiche di cui dispone: due laboratori di Trattamento Testi per il Biennio, un laboratorio d’Informatica per il Triennio, un’aula multimediale, con un’ottima dotazione di personal computer multimediali, che completano efficacemente le attrezzature a supporto delle attività curricolari ed extra-curricolari, fra cui un laboratorio linguistico, una ricca biblioteca, un’aula degli audiovisivi, un’aula di scienze e un’ampia palestra coperta, oltre 36 aule.

Inoltre l’Istituto è interamente cablato. Ogni aula didattica e gli uffici amministrativi sono dotati di una presa di rete per il collegamento alla rete LAN di Istituto.

Per l’ampliamento dell’offerta formativa, l’Istituto attua progetti in collaborazione con altre scuole e universtià, con organizzazioni professionali pubbliche e private, ed è impegnato nel promuovere i valori della solidarietà e della legalità.

Francesco Saverio Nitti


Foto di Francesco Saverio Nitti

Francesco Saverio NITTI nacque a Melfi, nel 1868, da una famiglia piccolo borghese.

Collaborò, giovanissimo, ai giornali napoletani “Il Mattino” e “Il Corriere di Napoli”, e a vent’anni pubblicò il saggio “L’emigrazione italiana”, rivelando il suo interesse per i problemi del Mezzogiorno e la predilezione per le scienze socio-economiche.

Divenuto docente di Economia politica, all’Università di Napoli, si dedicò allo studio del Meridione, con esiti diversi da quelli di Giustino Fortunato, di cui non condivise la visione pessimistica e ruralista.

Convinto che l’Italia non avrebbe risolto la questione meridionale, senza un intenso programma d’industrializzazione, che riteneva essenziale anche per la Campania, in contrapposizione all’ipotesi di uno sviluppo del terziario, il Nitti si dimostrò nemico della rendita parassitaria, tipica della retriva borghesia del Sud.

Sostenne anche fortemente la necessità della modernizzazione dello Stato liberale, che gli appariva inefficiente e iniquo, sotto il profilo tributario e finanziario, nei confronti del Meridione. Fu per questo, in polemica col liberalismo economico, accusato di “statolatria socialista”.

Condusse la sua battaglia sulle riviste “Riforma sociale”, fondata nel 1894 con Luigi Roux, editore e direttore di “La Stampa” di Torino, e con opere quali “Nord e Sud”, del 1906, e “Principi di scienze delle finanze”, del 1903.

Eletto deputato, nel 1904, nelle liste radicali di Muro Lucano ebbe, nel 1906, ruoli direttivi nella commissione d’inchiesta sulle condizioni di vita dei contadini del Meridione. Come ministro dell’Agricoltura, Industria e Commercio, nel IV Gabinetto Giolitti (1911-14), fu tenace difensore del monopolio delle assicurazioni sulla vita; come Ministro del Tesoro nel successivo governo, riuscì ad evitare, negli ultimi mesi della Prima guerra mondiale, ulteriori passivi monetari con l’estero.

Divenuto Presidente del Consiglio, governò dal 1919 al 1920 con grande difficoltà, perché privo dell’appoggio sia dei cattolici che dei socialisti, riuscendo comunque ad attuare la smobilitazione dell’esercito e la riforma elettorale (passaggio dal sistema uninominale a quello proporzionale).

Oppositore del fascismo, costretto all’esilio in Francia, dopo il delitto Matteotti, fu arrestato e deportato dai nazisti.

 

Tornato alla vita pubblica come senatore nella prima legislatura democratica (1948-53), conservò la sua impostazione tecnocratica e sostenne che responsabile della guerra non poteva essere considerato solo il fascismo, tanto da proporre addirittura il reinserimento, nelle cariche pubbliche, del personale compromesso con la dittatura.

Nelle amministrative del 1953, capeggiò a Roma il fronte delle sinistre. Morì in quello stesso anno.